Stop alle etichette di genere. Il futuro è democratico


Gli stereotipi di genere sono comunque ancora presenti nella nostra società anche se queste etichette sono talmente antiquate che stanno iniziando a crollare per cedere il posto alla democratizzazione dei ruoli.

LA SVOLTA DELLE “VOCI” DIGITAL

Anche nel mondo digital si sta assistendo ad un cambio di marcia. Infatti la voce degli assistenti vocali è in procinto di scardinare il sessismo tecnologico che ci fa pensare a Siri o Alexa come delle “lei” soggette a servilismo di fronte a comandi (ovviamente maschili). Arriva infatti in aiuto “Q”, una voce che non è né maschile né femminile, ma percepita come neutra. Un bellissimo esperimento di sound design che ha identificato una banda attorno ai 153 Hz in cui la voce viene percepita come neutra. Nasce così il terzo genere della tecnologia.

STOP ALLE ETICHETTE

Molte aziende si stanno prodigando per sensibilizzare sul tema e abbattere le barriere e gli stereotipi, anche nel mondo dei bambini. Citiamo il caso Mattel che lancia una linea di bambole gender free. Una modalità che permette ai piccoli di personalizzare le loro bambole con capelli corti o lunghi, indumenti come gonne, pantaloni o entrambi. Niente più etichette “maschio” e “femmina“, “rosa” e “azzurro“, solo “bambini“. Da una ricerca fatta dall’azienda, i più piccoli non volevano sentirsi dire che i maschi dovevano giocare con giochi da maschi e le femmine con quelli pensati per le femmine.

Non ci sono solo bambini rosa, ma anche principesse guerriere, o più semplicemente bambine che non vogliono sentirsi limitate e costrette in abiti rosa. Vogliono invece tutti i colori dell’arcobaleno a rappresentarle e vogliono il diritto di giocare e sporcarsi. L’estetica no gender ci insegna ad esprimere con libertà la nostra essenza più vera.

Non mancano realtà editoriali che preparano il terreno ad un immaginario più libero in cui i ragazzi possano sviluppare se stessi in piena autonomia, serenità e libertà. La missione è quella di avere una visione più completa e sfaccettata in cui ogni lettore e lettrice possa riconoscersi nella storia e nel personaggio, anche senza dover aderire a un modello di riferimento precostituito. Un inno al rispetto delle emozioni, all’aspetto, alle passioni, ai desideri o ai modelli di famiglia.

Come testimoniano l’impulsiva e maschiaccia Jo March di Piccole Donne o il promettente e delicatissimo Billy Eliot: dobbiamo ascoltare il nostro carattere, seguire le nostre passioni, inclinazioni, indipendentemente dagli stereotipi e i giudizi altrui.


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